27.4.06

Il mio papà Ultimo (terza elementare)

Il mio papa’ si chiama Ultimo perche’ e’ l’ultimo di otto fratelli che ha avuto mia nonna che poi non ne voleva piu’ e per questo lo ha chiamato Ultimo e anche lui voleva tanti figli ma non li poteva mantenere e per questo lui e la mamma ci hanno messi noi quattro in una casa di una suora dove erano gia’ altri bambini grandi e piccoli e li’ sono cresciuta e da li’ vado a scuola tutte le mattine ma non vorrei andare perche’ le compagne mi guardano strano perche’ sanno che vengo dalla casa dei bambini poveri che i genitori lasciano li’ perche’ non hanno da mangiare abbastanza per tutti anche se la mia mamma coltiva le patate che sono famose nel suo paese, ma forse non bastano le patate per mantenere quattro figli anche se lui il mio papa’ fa ogni tanto il muratore che non gli piace a lui perche’ e’ un uomo bello che molte donne lo guardano e di sicuro pensava che era meglio che non sposava la mia mamma solo perche’ aveva nella pancia la mia sorella piu’ grande ma poteva sposare una donna ricca invece di una contadina ignorante che mi viene a trovare qualche volta nella casa della suora e mi regala mille lire e mi dice di metterle da parte perche’ tanto io li’ ci ho da mangiare e da dormire e che altro mi serve ma a me serve tante cose come la matita che alla fine la devo tenere con le unghie per fare i compiti e le mutande nuove che queste hanno tanti buchi e devo aspettare di essere sola nel bagno della scuola per fare la pipi’ ma lei non lo capisce e anche nel mangiare la sera mi danno la ciotola dell’orzo con dentro tutti i pezzi di pane avanzati sul tavolo dopo che le grandi hanno finito di mangiare perche’ io sono una delle piccole e il mio papa’ e’ venuto una volta sola e mi ha domandato ma tu sei Assuntina e io si’ e lei chi e’? sono Ultimo, tuo padre ahh ho risposto e lui e’ andato via, poi l’ho visto un’altra volta in tribunale quando mia mamma gli aveva quasi spaccato la testa con la mannaia perche’ lui ci aveva un’altra moglie e due figli di nascosto che non lo sapeva nessuno ma dopo lui e’ morto e anche la mamma e’ morta e noi quattro siamo ancora qui dalla suora che aspettiamo che qualcuno che vuole un figlio o una figlia ci venga a prendere e ci tratti come figli veri invece di legarci alla sedia per darci le botte come fanno qui quando c’e’ qualcosa che gli va storto ma forse non verra’ mai nessuno e noi forse diventeremo suore e daremo le botte a altri bambini poveri.