28.4.06

Il mio papà Diego

Il mio papa’ si chiama Diego ed e’ un tipo molto strano. Io vado in prima media e non ho capito ancora che lavoro faccia. La mattina mi accompagna a scuola, ci tiene molto anche se io preferirei andarci da solo perche’ per la strada non fa che inveire contro gli automobilisti, i motorini e i lavavetri ed esultare per ogni bel sedere di donna che vede. Mi fa fare regolarmente tardi dicendo che tanto andare a scuola e’ inutile perche’ insegnano tutte cose che non servono a fare i soldi. Io per ripicca sono il primo della classe e lui mi chiama stronzo secchione. Lui e’ sempre elegante e profumato, cambia macchina ogni anno e da’ tanti soldi alla mamma che si compera tanti vestiti. Abbiamo una bella casa molto grande e una cameriera nera che si chiama Zazu’ ma lui la chiama Bagonghi. Mio papa’ non va in ufficio ma va spesso in banca e qualche volta si chiude in una stanza e telefona per delle ore. Da qualche parola che sento mi sembra che parli con delle persone importanti. Penso che sia cosi’ che guadagna i soldi. Io odio il calcio ma lui mi porta alla partita tutte le domeniche e quando strilla lui devo strillare anch’io altrimenti mi da’ delle gran pacche sulla testa. Non mi porta mai al cinema perche’ dice che tanto abbiamo la tele ma quando vediamo la tele non si capisce niente perche’ lui continua a cambiare canale e a commentare tutto quello che si vede. Alla fine la spegne e va a dormire e io non devo piu’ accenderla. Quando ero piu’ piccolo avevo una tata che era tanto carina e mi voleva tanto bene e io stavo bene con lei perche’ la mamma giocava sempre alle carte con tanti signori e non voleva vedermi quando giocava perche’ bisognava fare tanto silenzio. Ma una notte mi ha svegliato un forte rumore, sono sceso dal letto e nel corridoio ho visto il papa’ che faceva la lotta con la tata e le stava strappando la camicia da notte e lei lo graffiava e io allora sono scappato giu’ per le scale ma lui mi ha ripreso e mi ha dato un sacco di botte, mi ha chiamato stronzo imbecille e mi ha buttato sul mio letto e non ho mai piu’ visto la tata. Ho pianto tanto. Per questo lo odio e quando saro’ grande e lui sara’ vecchio lo chiamero’ vecchio stronzo imbecille e gli daro’ tante pacche sulla testa. Ma forse no, forse mi fara’ pena e non gli daro’ le pacche sulla testa pero’ lo chiamero’ vecchio stronzo imbecille e non gli faro’ vedere la tele.