15.4.08

Oggi patate

Anno 2208.
Oggi è una giornata particolare, oggi mangeranno patate, erano mesi che lo desideravano, oggi finalmente è arrivato il momento di raccogliere le prime patate dell’ orto se così si può chiamare quel pezzo di terra. Hanno mandato Marco a raccoglierle, è il più bravo, usa un piccolo arnese che si è costruito con una radice, riesce ad estrarre le patate senza danneggiarle. Marco l’ha imparato dal nonno che purtroppo non c’è più. Ma non ha imparato solo quello, dal nonno ha saputo tutta la storia della loro famiglia, del loro villaggio e di tutto ciò che c’era una volta.
”Questa è un isola – gli aveva raccontato il nonno quando era bambino - è un’isola circondata dal mare, ma una volta, tantissimi anni fa, questa era la cima di una montagna dove i bisnonni dei miei bisnonni venivano d’estate a prendere il fresco sui prati in mezzo agli alberi. Si erano costruite queste casette per passarci le vacanze”
“Che cosa sono le vacanze?” – aveva chiesto Marco.
“A quei tempi gli uomini lavoravano tutto l’anno, poi si permettevano un periodo di riposo, avevano le loro case nelle città e ci vivevano tutto l’anno. Ogni tanto venivano quassù a riposare e a respirare quest’aria pulita” –
“Ma nelle città l’aria non era pulita? – aveva chiesto Marco. –
“ no, era molto sporca” –
“ Perché era sporca? –
“ Perché per andare da un posto all’altro gli uomini usavano le macchine, non era come adesso che per andare da un villaggio all’altro andiamo a piedi.” –
“ Come erano queste macchine”?
“Erano delle scatole di ferro con le ruote, come le ruote del carretto che usiamo per portare le cose da un posto all’altro, avevano delle ruote più grandi e facevano tanta puzza.
“Ma non andavano mai a piedi?
“No, usavano sempre le macchine, non sapevano più andare a piedi”
“Come erano le città? – chiese Marco
“Erano tante case, una vicina all’altra, alcune basse, altre più alte e in mezzo alle case c’erano le strade dove passavano le macchine.”
“Ma le patate dove crescevano?”
“Tra una città e l’altra c’erano dei campi dove crescevano le patate e tante altre cose, c’erano anche tanti alberi, ma non come questi, erano alberi sui quali cresceva la frutta che si poteva cogliere e mangiare “
“Ma erano per tutti?”
“No, erano solo per chi aveva gli alberi”
“ E chi non aveva gli alberi?
“Chi non aveva gli alberi la frutta la doveva barattare con le patate o con altre cose.”
“Che cosa vuole dire barattare ?”
“Vuol dire che per avere delle cose bisognava dare in cambio altre cose”
“Ma perché adesso siamo tutti su un’isola in mezzo al mare?”
“Perché gli uomini, usando sempre le macchine e altre cose che riscaldavano l’aria, hanno fatto sciogliere tutto il ghiaccio della terra, il mare si è alzato ed è arrivato fino a quassù.Tutte le città sono adesso sotto l’acqua e gli uomini che non sono riusciti a lasciarle sono tutti morti.”
“Ma l’acqua non verrà anche quassù?
“No, ormai la terra è diventata tutto mare, escono solo le montagne più alte che sono tutte isole come la nostra.”
“Ma allora ci sono ancora tante persone su tutte le isole?”
“Pensiamo di sì, ma non lo possiamo sapere con certezza perché non possiamo comunicare con nessuno.”
“Ma sarà sempre così?
“Non lo sappiamo se qualcosa cambierà, per ora ci accontentiamo di esserci e di poter vivere tranquilli.”
Ora il nonno non c’è più, è sepolto in un angolo dell’isola dove sono sepolti i nonni e i bisnonni di queste piccole comunità che continuano la loro vita con tutti i loro problemi.
Marco ha girato molto nell’isola dove ormai conosce tutti e ha fatto amicizia con un’altra famiglia che vive un po’ lontano, ma è nata una simpatia tra lui e Angela, questo è il nome della ragazza. Stanno molto volentieri insieme e forse un giorno formeranno una nuova famiglia. Hanno grossi problemi, il più grande è la scarsità d’acqua che bisogna raccogliere quando piove per farla durare il più a lungo possibile. Nei due secoli passati, cioè da quando sono nate queste isole, i loro predecessori hanno scavato delle grosse buche e dei canali nei quali convogliano l’acqua piovana. Quando l’acqua finisce e ancora non piove , hanno la loro ultima riserva, hanno, ben protetti dal sole, dei recipienti di terracotta costruiti dagli antenati, in cui conservano l’ultima acqua rimasta.
I genitori di Marco e della sorella Paola, passano la vita a mantenere in piedi la loro casetta. Il padre coltiva gli ortaggi, la madre cura la loro pecora, la munge tutte le mattine e prepara il mangiare. Hanno un fornello nel quale bruciano le alghe che Marco raccoglie sulle spiagge e qualche ramo secco che cade dagli alberi. Si usa tutto sull’isola, non si butta niente. Il più grave problema è quando si alza il vento e arrivano le onde del mare che si portano via delle strisce di spiaggia. L’isola è ancora abbastanza grande, ci vivono tante famiglie, ma forse un giorno il mare si porterà via tutto e allora dell’ isola non si ricorderà più nessuno. Sarà tutto un mare. Fino al prossimo Big Bang.